Ambrogio e l’intelligenza collettiva

Di Gina Bruno
Due giorni pieni di sole, risate, mani nella terra, schegge nelle dita, vestiti sporchi, acqua sui piedi. Abbiamo fatto il pienone di energia e vitamina D, ci serviranno entrambe per affrontare le prossime terribili settimane di zona rossa. Saremo chiusi in casa, senza scuola e lontano dagli amici, con la primavera che esplode nell’aria, con le gemme sugli alberi e le margherite ovunque nei prati.
 
Ma il nostro giardino è qui che vi aspetta, abbiamo messo a dimora una quantità tale di semi che se spunteranno tutti avremo piante da distribuire a tutto il quartiere, per cui speriamo che la natura faccia bene il suo corso perché noi ce l’abbiamo messa tutta. Abbiamo seminato fiori che gli insetti impollinatori ameranno molto: calendula, tagete, fiordaliso, girasole, verbena, lavanda e poi il coloratissimo nasturzio. Abbiamo fatto tutto insieme, sembravamo delle abili formiche, dita velocine facevano buchi nel terreno, occhi curiosi cercavano le differenze tra un seme e l’altro, uno lungo e sottile come un filo di paglia, uno piccolo e rotondo che sembrava una cacchette di capra, uno arrotolato e con le punte che sembrava un vermetto, un altro piccolo piccolissimo che sembrava un pidocchio.
 
Ci Vuole Un Fiore è un processo per imparare facendo, per capire che ci vuole pazienza, che occorre aspettare che tutti abbiano riempito di terra i vasetti prima di seminare insieme, che i più grandi devono aiutare i più piccoli, che per costruire uno spaventapasseri dobbiamo raccogliere una montagna di foglie secche per riempirne i vestiti.
 
E per credere fedelmente che Ambrogio, il nostro nuovo amico dalla testa di paglia proteggerà i nostri semi dai piccioni, ci vuole intelligenza collettiva, ci vuole che dobbiamo imparare a fare insieme, ci vuole desiderio, ci vuole un giardino pieno di fiori.
 
 
Con il sostegno di Fondazione di Comunità Milano Onlus, Bando 57 Fondazione Peppino Vismara