Fili di lana e pensieri di cura

Di Gina Bruno
 
Realizzare gli Ojos de Dios è sempre sorprendente, pensi che i bambini non resteranno mai fermi a fare gli intrecci e che dopo i primi due giri si stuferanno e se ne andranno a scorazzare per il giardino per muovere il corpo. Ma non è mai così, ogni volta si fermano e si concentrano, scelgono con estrema cura i colori che useranno e di lì a poco iniziano ad emergere forme geometriche bellissime.
 
Intrecciare fili è catartico, la mente vola alta e allo stesso tempo le mani ti tengono ancorato al momento e all’azione; prima di metterci al lavoro abbiamo spiegato dell’origine sacra dei talismani, delle preghiere che i nativi messicani Pueblo e Huicholes rivolgevano verso le mani dello sciamano che li costruiva per chiedere aiuto ad una divinità, per chiedere protezione e benedizione. Allora ci siamo detti di intrecciare e pensare all’amore e alla cura da rivolgere a qualcuno, alla natura intorno, a qualcosa o qualcuno che per noi è importante.
 
Eravamo tutti concentrati e perfino i più piccoli sono riusciti con l’aiuto dei grandi o con i genitori a costruire almeno un talismano lavorando con sforzo e dedizione procedendo per errori, sfilando e infilando mille volte. La restituzione è, come sempre, il momento migliore, insieme in cerchio ci siamo confidati i pensieri, ma questi non li scriverò, restano un segreto del gruppo.
 
I nostri manufatti sono qui in giardino a decorarlo e a proteggerlo. Lungo i muri, tra i cespugli, appesi alle reti di confine, accanto alla lavanda e al rosmarino, le nostre trame raccontano di noi, raccontano del nostro passaggio e simbolicamente delle nostre relazioni affettive e del nostro bisogno di stare insieme.
 
Laboratorio realizzato il 28 marzo all’interno del ciclo Ci Vuole Un Fiore con il sostegno di Bando 57Fondazione di Comunità Milano Onlus e Fondazione Peppino Vismara.