La scuola della saggezza

 

LABORATORIO PER BAMBINI DAI 6 AI 10 ANNI

Un viaggio attraverso le fiabe africane drammatizzate a cura di Mohamed Ba.

 

È(v)VIVA LA PERIFERIA! L’evento di Milano è Viva organizzato dal Teatro della Cooperativa

Introduzione
Per tanto tempo la diversità è stata considerata un difetto della natura da cancellare da ogni ambito della Società. La mia permanenza in Italia e soprattutto il rapporto che ho instaurato con i giovani scolari e non, mi ha confermato che la ricerca del punto di equilibrio tra diversi punti di vista passa attraverso un confronto con le idee, rifiutando l’antagonismo che crea diffidenza, paura, pregiudizi e preconcetti. L’obiettivo del laboratorio di fiabe africane è di dare ai miei fratelli e sorelle d’Italia la possibilità di tuffarsi nel regno della metafora. Oltre a loro, cerco di dare anche agli altri miei fratelli del mondo quella materia che mi ha preparato all’appuntamento del dare e del ricevere: lasciare tutto sulla strada della speranza senza dimenticare nulla.

Storia e ruolo della fiaba in Africa
In Africa, la figura maestra nell’arte di usare la parola era il Griot o cantastorie che, col supporto delle percussioni, trasmetteva i messaggi dalla Corte al popolo. Il griot era apprezzato per la sua sobrietà e per la profondità delle sue parole, che costringevano il non-iniziato a passare notti intere a riflettere su di esse per arrivare da solo alla giusta conclusione. I suoi racconti hanno attraversato lo spazio ed il tempo perché egli era animatore, consigliere, attore, spesso al servizio del Re, ma ufficialmente al di sopra delle parti. Il griot ha saputo e saprà resistere ai grandi cambiamenti del nostro secolo perché nei suoi racconti ha dato vita ai vari protagonisti: egli è successivamente vegetale, animale, gentile, cattivo, oggetto…
L’arte della parola ha sempre permesso agli africani l’accesso a quel bene prezioso che è la consapevolezza di sè.

I protagonisti della fiaba
Nelle fiabe africane, i protagonisti sono di vario tipo: umani, vegetali, animali, re, contadini, bambini, adulti; oppure soprannaturali: geni, fate.
La fine della fiaba spesso lascia spazio ad interpretazioni ma nella sostanza, il destinatario è colui che approfitta della morale. Spesso, egli si identifica con chi l’ascolta. La fiaba è anche un corso di formazione morale che mette in moto tutte le risorse dell’individuo: dal pensiero ai muscoli, dalla danza al canto, insomma l’immaginazione.
Il ruolo secondario della fiaba è quello di una terapia preventiva, che mette alla prova il sistema e svela i suoi difetti, costringendo chi ascolta a vigilare. In questo caso, la fiaba non parla solo ai bambini, ma anche agli adulti nei quali provoca forti sentimenti e la società trova in essa i suoi punti di riferimento, il suo modello.
Il senso comune vuole che la società orale non conosca la scrittura, ma si limiti a parlare molto.
Credo invece che questo tipo di società leghi l’espressione del suo io profondo, la sua memoria, il suo sapere, la sua storia ad una forma di comunicazione verbale molto più significativa. Non vi è solo uno scambio di messaggi in un periodo ben definito, ma esiste un rapporto passato-presente che ravviva incessantemente la sua memoria.
La società orale non subisce le parole, le sceglie. Ed è questo che le consente di non tramontare. Una parola data è un dono di sè.

Modalità:
Il percorso è molto interattivo e viaggia tra canti, suoni, cori ed interpretazioni sceniche. I destinatari sono anche i protagonisti dei racconti.

Data: sabato, 16 Settembre, 2023
Orario: 16:00
Tipo di evento: Teatro
Genere:
Prezzo: Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria (scrivere a info@teatrodellacooperativa.it)

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